Il disegno urbano si indirizza a ricostruire e innovare la dimensione sociale ed estetica della città definita dagli spazi vuoti fra gli edifici. Si occupa di sistemi di spazi aperti ed è specificamente interessato alla forma fisica e alla qualità dell’ambiente fisico urbano. Il disegno urbano può anche costituire una soluzione per progetti alla pianificazione della città.
Il superamento di un approccio urbanocentrico ci conduce verso una lettura integrata del paesaggio e delle sue componenti e verso un’idea allargata dell’abitare. La città è ormai parte di un ecosistema basato sul rapporto fra ambiente naturale e ambiente costruito nel quale occorre operare per riconnessioni e continui salti di scala in cerca della comprensione dei flussi di relazioni che ne definiscono i caratteri.
La città, dunque, non è tanto dentro quanto è fuori: i vuoti ne costituiscono gli elementi ordinatori, il loro senso ha un valore strutturale e la loro dimensione -tridimensionale e fisica- è quella con cui dobbiamo fare i conti per operare concretamente sulla realtà urbana.
Di fronte a quella che viene definita la progressiva perdita di peso del contesto fisico nella nostra società con la scomparsa dello spazio pubblico, lavoriamo per cercare una risposta all’omogeneizzazione delle gestualità, alla perdita dello spazio simbolico, all’attenuazione della dimensione psicologica, alla tendenza all’astrazione formale di elementi e funzioni.
La nostra esistenza non può ancora essere separata da un ambiente che è fisico e culturale, misurabile e dinamico, sede di quelle sperimentazioni su cui si costruisce la nostra natura umana, almeno fino a quando avremo un corpo con le sue percezioni per relazionarci al mondo. Finché questo corpo sarà come è adesso -anche se non sappiamo ancora per quanto tempo- avremo bisogno dei luoghi, di un contesto spaziale, fisico e simbolico per la nostra esistenza.
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