Riqualificazione artistica e architettonica di piazza Verdi, La Spezia ​

LA RIQUALIFICAZIONE ARCHITETTONICA E ARTISTICA DI PIAZZA VERDI

Piazza Verdi si presentava come uno slargo fuori dimensione assediato dalle macchine, un rettangolo di 200 metri x 40, privo di luoghi per incontrarsi e senza rapporti col suo intorno; in breve un luogo frammentato e privo di funzioni socializzanti. In particolare una fila di pini in cattivo stato realizzava uno spartitraffico centrale coprendo alla vista gli edifici che sorgono sulla piazza: architetture rilevanti che percorrono varie fasi storiche, dal neo-Liberty degli edifici pubblici e di governo al razionalismo metafisico del palazzo delle Poste con i mosaici di Fillia e Prampolini che presentano con entusiasmo futurista la spinta alla modernità di cui la piazza era diventata simbolo.
L’impressione complessiva era di un insieme disordinato e privo di una felicità interiore.

creare uno spazio urbano fruibile che prima non c’era

La piazza era nata come somma di parti che si erano generate separatamente e che le demolizioni in epoca fascista avevano forzatamente composto.
La riqualificazione ha cercato di farne una piazza vera e propria, un luogo di incontro accessibile a tutti, uno spazio urbano fruibile che prima non c’era.
La sua ubicazione, lungo la direttrice di espansione della città, dalla Porta dell’Arsenale verso Migliarina (asse est/ovest) e parallela al mare, fa sì che piazza Verdi costituisca un luogo di connessione importante fra parti di città diversamente caratterizzate. Si trova infatti inserita fra l’antico percorso di via del Torretto, che la collega al centro storico, gli isolati del tessuto urbano ottocentesco dalla parte della Via Chiodo, il degradare della collina -che la presenza del Palazzo delle Poste con le sue articolazioni di volumi, le gradinate e la fontana raccorda e contiene- il lungomare e la nuova espansione novecentesca. In questa logica piazza Verdi si colloca come porta del centro storico, spartiacque fra la città storica e la città nuova ma allo stesso tempo anche cerniera fra la collina e il mare.

rinforzare visivamente la lettura degli assi urbani

Il progetto di riqualificazione si è posto lo scopo di:
– ricostruire le relazioni fra la piazza e il suo intorno coinvolgendo tutte le direzioni e le
vie trasversali;
– ridefinire una misura ordinatrice delle sue funzioni con la suddivisione in tre spazi di uso
e la scansione ritmica spaziale tramite l’intervento dell’arte;
– creare un cannocchiale visivo che inquadri l’asse urbano Arsenale-Migliarina.
Gli spazi delle gradinate del Palazzo delle Poste, antistanti la facciata, arretrata rispetto al filo degli edifici adiacenti, hanno consentito di definire un centro all’interno di uno spazio fisico allungato.
La piazza ha recuperato così la sua funzione di riconnessione fra gli assi: città storica / città moderna / mare / collina- e allo stesso tempo di cesura in quanto luogo a se stante, non solo di passaggio, ma con una forte immagine che lo connota.

ritrovare aspetti identitari e simbolici dello spazio pubblico

La riqualificazione si inserisce nella consapevolezza dell’esistente, in modo che la piazza venga compresa come stratificazione e mantenga le tracce del suo passato.
Queste tracce si ritrovano:
– nell’interpretazione dell’assenza del Politeama, luogo di cultura abbattuto dalle
demolizioni del primo novecento, tramite un segno morbido, scavato, per un luogo- teatro centrale. Questo centro genera un vuoto, un’assenza che ne rappresenta, paradossalmente, l’identità: è lo scavo nella memoria di uno spazio socializzante, la traccia storica del Politeama;
– nella messa in evidenza del contesto e delle architetture che la contengono. Gli specchi dei portali ne amplificano l’effetto e creano infiniti rimandi visivi;
– nella proposizione del restauro della ex-fontana del Palazzo delle Poste -con aggiunta di pareti verdi e soluzioni di luce- messa in relazione con i pilastri luminosi nelle vie trasversali;
– nelle scelte delle essenze vegetali (aranci amari tipici del litorale), dei materiali per le pavimentazioni (travertino che prosegue quello del Palazzo delle Poste).

definire un nuovo ordine spaziale che non sia monumentale ma ludico e ritrovare una scala umana

Il progetto è volutamente lineare e intende valorizzare e riaprire la percezione nei confronti dell’esistente; propone una nuova scala all’interno della piazza che è tagliata sull’uomo, con l’intento di ricreare un luogo che non sia statico ma stimolante: colore e materia suggeriscono ricchezza sensoriale e si sposano con la luce del mare di cui la piazza è intrisa.
Lo slargo, per diventare piazza, doveva trovare una soluzione di ridimensionamento, ed anche un centro, un luogo catalizzatore di funzioni pubbliche. Per questo è stato strutturato in tre parti che ne riproporzionano le misure e le funzioni: quelle agli estremi est e ovest dedicate prevalentemente agli usi individuali e quella centrale a funzioni pubbliche, ma è concepito e percepito come unico luogo tramite l’identità degli elementi del sistema dell’arte. Un gioco che guida e indirizza lo sguardo per spingerlo oltre ed invita ad un percorso di attraversamento che apre sempre relazioni mutevoli nel muoversi al suo interno, esprimendo un carattere portante del progetto.
La scelta dei colori e dei materiali, l’uso degli specchi che moltiplicano le architetture, le luci, creano un ambiente con qualità ludiche.
I colori introducono un’esperienza leggera e giocosa.
Lo studio dell’ illuminazione produce di notte la percezione di un’altra piazza, una realtà nuova e sempre diversa.
L’acqua, elemento naturale e simbolico -si pensi alla fontana delle Poste come connessione fra la collina e il mare e fra vecchi e nuovi linguaggi delle architetture- consente anche la possibilità di intrattenersi nell’osservare i giochi delle fontane o di giocare nei tappeti d’acqua.

proiettare la città in una nuova dimensione culturale

La riqualificazione della piazza sottintende la questione di come ripensare e vivere lo spazio urbano. Il progetto vuole riaffermare da una parte la centralità dello spazio pubblico – inteso come il luogo dove le persone si ritrovano per costruire elementi di cultura comune- dall’altra lo spazio pubblico come luogo estetico e laico, capace di esprimere ancora una forte valenza simbolica. Piazza Verdi prosegue il tema del divenire di una nuova identità dei luoghi.

creare dinamiche di economia urbana

La riqualificazione di Piazza Verdi può diventare un tassello della vocazione ambientale e culturale della città, una strada da proseguire per renderla più ricca e più bella da vivere. In questo senso l’intervento può innescare anche nuove dinamiche economiche locali ed esterne, rivitalizzando una parte di città e richiamando flussi di interesse al suo interno.

realizzare un progetto integrato di arte ambientale

Una serie di portali inquadrano la prospettiva dell’asse principale della piazza valorizzando i suoi punti di fuga. Una serie di elementi ortogonali -i pilastri luminosi- creano una forte connessione con le vie laterali, segnalando al di fuori ciò che succede al suo interno. Questi elementi comprendono la fontana del Palazzo delle Poste come completamento e segnalazione di un perimetro ideale.
I pilastri luminosi, in relazione prospettica col gioco dei portali, sono allineati in altezza in modo da creare un piano orizzontale perfetto che raccorda gli elementi fra di loro e definisce un’ulteriore regola di misurazione.
Arte e architettura creano segni complementari e non separabili in un percorso progettuale integrato: sono l’una alla base dell’altra tramite una serie di rimandi circolari verso la sintesi finale.
In questo caso l’intervento dell’arte diviene strumento di realizzazione di spazi fruibili, in grado di creare nuove percezioni e riconnessioni ambientali, di porsi in relazione a esigenze sociali.
Due temi in particolare devono essere sottolineati: il primo riguarda il senso profondo del gioco come valore antropologico e come contenuto di una proposta architettonica; il secondo lo sviluppo di un’architettura emozionale.
L’architettura emozionale suggerisce di ritrovare un rapporto con il senso proprio delle cose, di riscoprire la nostra sensibilità verso una geografia che si costruisce tramite il contatto col corpo.
L’aspetto ludico contiene un’altra esigenza dell’uomo, quella di imparare a guardare le cose in un modo denso di curiosità e di desiderio di sperimentarle.
In entrambi i casi progettare si indirizza a realizzare luoghi di libertà, aperti ad accogliere situazioni di autonomia per l’individuo.

consentire la flessibilità d’uso

Per la presenza di varie funzioni esistenti sia legate alla quotidianità (attività commerciali, bar, studi privati) sia istituzionali (istituti scolastici, poste) ed amministrative (palazzo della Provincia), la piazza si presta ad essere fruita come luogo di incontro nelle varie ore del giorno da persone di diverse fasce d’età che possono percorrerla, attraversarla e sostare nelle zone a giardino. Questa potenzialità può essere estesa anche ad una vivibilità notturna legata sia al quotidiano che alla presenza di eventi pubblici.
Nel cuore della piazza, la configurazione a gradonate e rampe in leggera pendenza, disegna un teatro a cielo aperto che si presta ad ospitare una serie di eventi, manifestazioni ed attività, per le quali diventa necessario soltanto l’allestimento temporaneo di componenti mobili quali pedane, quinte e attrezzature per scenografia.
In particolare possono definirsi varie situazioni:
– eventi musicali con pubblico seduto: concerti, balletti con camerini, ecc… su un solo lato del teatro per una capienza di 240-270 posti;
– convegni, proiezioni, presentazione libri o conferimento premi, ecc…su un solo lato per una capienza di 240-270 posti;i
– sfilate di moda con relativi spazi di servizio e la possibilità di accogliere un pubblico fino a 480-500 posti utilizzando l’intero spazio del teatro;
– piccoli mercati e fiere allargando l’utilizzo all’intera superficie della piazza.

comfort ambientale e sostenibilità

Non si realizza funzionalità d’uso senza un livello adeguato di comfort ambientale.
Gli elementi naturali quali i tappeti erbosi, gli specchi d’acqua e le nuove alberature contribuiscono al miglioramento del microclima estivo locale secondo i principi della bioclimatica. La predisposizione di un sistema di risparmio idrico tramite la raccolta e il riuso delle acque piovane dei tetti potrà essere utilizzato per le fontane e l’irrigazione del verde. Fonti illuminanti a basso consumo consentono risparmio energetico e riducono l’inquinamento luminoso. La chiusura al traffico prevista eliminerebbe fonti di inquinamento. L’uso di materiali naturali reperiti a distanza controllata (pavimentazioni e rivestimenti) ha contribuito a limitare l’impatto ambientale del cantiere.

pedonalizzare

La pedonalizzazione resta condizione della vivibilità della piazza in quanto progetto di aria, di suoni, di paesaggio.
Per recuperare la dimensione vitale e rappresentativa che spetta al luogo il carico del traffico veicolare urbano è stato ridotto a due corsie, opportunamente rallentate, per i soli mezzi pubblici, per quelli di soccorso e della mobilità residenziale.
All’ Amministrazione fu proposto il concetto di strada condivisa: cioè di due corsie carrabili indifferenziate auto/pedoni ma dove i pedoni hanno la precedenza, come avviene in altre città europee. In questa logica il traffico veicolare è ridotto al minimo e la velocità al passo d’uomo. Tuttavia l’Amministrazione ad oggi non ha voluto adottare questa soluzione, rimandando la pedonalizzazione al completamento delle infrastrutture di mobilità generale e oggi la piazza è soggetta ad un traffico intenso di mezzi pesanti.
(GV)