In una realtà sempre più complessa, dove non è più possibile operare separatamente, Arte e Architettura hanno una nuova possibilità di accrescimento reciproco nella condivisione di un’ideologia comune: quella di esporre le ragioni estetiche, morali e sociali del proprio lavoro, incontrandosi in un progetto che pur oscillando ora da una parte, ora dall’altra, costruisca una corrispondenza di intenti, una prospettiva in cui ciascuno metta in gioco la propria esperienza e la propria disponibilità per partecipare ad un progetto critico comune. In questo modo l’architettura può ritrovare una visione sintetica fuori da ogni specializzazione, e il rapporto dell’arte con l’ambiente aprire una nuova dimensione orizzontale e comunicativa per l’opera.
Un progetto estetico diviene così una ricerca di verità, un mezzo per dare senso alle cose, un esercizio di libertà, che oscilla fra il senso di appartenenza e quello del perdersi ma parte consapevolmente dai bisogni e dalle condizioni dell’esperienza.
Questo processo può avvenire per varie strade, anche per conflitti ed è sempre in cerca di nuove traiettorie. Le espressioni dell’arte e dell’architettura possono svolgersi in una fitta rete di interrelazioni e di sintesi, aprirsi a influenze le più distanti e apparentemente arbitrarie, muoversi su percorsi che si intersecano inaspettatamente purché siano sempre portati avanti con rigore.
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