VENEZIA: UN PERCORSO INTERIORE
Un progetto su Venezia non può prescindere dall’unicìtà del luogo, dal confronto con i suoi materiali storici, dall’esigenza di preservarne l’innaturalità.
Si riconosce così, come dato di partenza, l’aspetto trasgressivo, anticlassico della città, prodotto da una stratificazione fuori dalle regole.
Il disordine è la ricchezza di Venezia e costituisce l’eccezionale complessità cui riferirsi.
Cercando di ricostruire l’esperienza personale della città è emerso il tema, suggestivo e profondo, di un rapporto tra percorsi dell’anima e percorsi urbani, di Venezia come “paesaggio interiore”, luogo speciale dentro cui muoversi, cercare e sperdersi. L’acqua, riferimento incostante della città, elemento di astrazione e sospensione, ci contiene riflessi.
La ricchezza del racconto urbano suggerisce l’impossibilità di risolvere Venezia con gesti puramente razionali, ma di procedere per strade imprevedibili, capaci di mettere in relazione principi ordinatori e utopia.
Progettare a Venezia richiede una matrice concettuale che prevalga sul disegno. Su queste basi abbiamo cercato una forma simbolica del progetto, una serie di regole sottili che ordinassero le parti fra di loro.
Un’area aperta all’esterno, permeabile, composta da più corpi di fabbrica relazionati fra di loro da un discorso articolato, un isolato veneziano che rimandi ad un percorso interiore: una sequenza o meglio, più sequenze fra le parti.
Il tema della varietà tipologica articola questi significati. Ma vi sono altri temi in necessaria sovrapposizione: quello dell’artificio, della finzione, della facciata, di una natura costruita; quello della policromia, tipica di questa città; quello della varietà tipologica; quello della decorazione, a cui accostarsi con un atteggiamento concettuale…
Così è anche il tema di una sequenza nello skyline, che ha prodotto l’esigenza di riduzione dei volumi e la loro conformazione a un determinato ritmo scandito dalle caratteristiche prevalentemente ottocentesche dell’area, alle quali ci siamo relazionati. La vista dall’alto ha costituito, poi, un’ ulteriore dimensione del progetto.
Si è cercato così di riprodurre un ritmo veneziano ricco e frammentato.
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